giovedì 4 marzo 2010

Picchetti di Natale


Domenica 20/12/09

Ieri era la giornata più fredda dell'anno, a "Metropolis", la nuova occupazione sulla prenestina che da una settimane ospita 27 famiglie rom sgomberate dal Casilino 700, ho conosciuto Mohamed un simpatico signore sulla cinquantina.
Mohamed è marrocchino e vive in Italia da molti anni ma ancora è in lotta per trovare una casa.
Mohamed mi ha invitato ieri sera al picchetto che porta aventi con altri compagni e compagne dei movimenti di lotta per la casa, il coordinamento e i blocchi precari metropolitani, su via del Policlinico e lo sono andato a trovare.
Lì a via del policlinico ci sono due grandi edifici adibiti a uffici che ora sono completamente sfitti.
Una notte di fine novembre credo, mentre il gurdiano, che controllava gli edifici vuoti, dormiva beatamente, Mohamed e gli altri suoi amici sono entrati dentro uno di questi palazzi sfitti:"... che di devo dì, si stava bene, sembrava una casa vera..." mi racconta Mohamed con una accento misto arabo-romano.
Poi, qualcuno della banda dei soliti ignoti, ha detto: "...e no!!! Non potete sta lì che quer palazzo è mio!!!". Quindi li hanno cacciati hanno murato le aperture dei primi due piani del palazzo e hanno sbattutto per strada quasi 80 persone.
E tanti auguri per un felice natale e un buon anno nuovo al fresco dei marciapiedi o tra i portici di Termini e di piazza Vittorio Emanuele.
Stranamente queste fantastiche persone, che lavorano e mantengono famiglie intere:"... quando c'ha una figlia da mantenè devi magna la merda e di grazie pe avè du soldi a fine mese, io so 8 anni che lavoro tutti i giorni sabato e domenica comprese..." mi racconta Mimmo che si definisce più romano che marrocchino, dicevo, stranamente non ci stanno a dormire e a morire di freddo per strada.
Picchettano ai piedi del palazzo sfitto da cui li hanno sgomberati da almeno dieci giorni, nell'indiferenza totale dei media, troppo intenti a raccontarci quali cazzo di regali faremo, dobbiamo fare e riceveremo e quante stronze palline metteremo sullo strafottuttissimo albero di natale.
Stanno li attorno al fuoco stremati dal lavoro, dal non dormire e dal freddo.
Intorno al fuoco in mezzo a quel marciapiede ai piedi del palazzo ora murato, nell'indiferenza della città, ci sono tutte le notti e tutti i giorni da più di venti giorni, persone, donne e uomini da tutto il mondo, Perù, Equador, Etiopia, Eritrea, Marocco, Senegal, Serbia.
Per combattere il freddo ci siamo fatti un thè con 5 cucchiani di zucchero, Andrea ha portato il vino e molti di loro anche se mussulmani lo hanno sorseggiato: "...tanto Dio lo sa che bevo per scaldarmi e mi perdonerà".
Stasera Mohamed e i suoi compagni e compagne staranno lì per un'altra giornata di lotta da trascorrere tutti insieme intorno al fuoco, cercando di scaldarsi.
Si potrebbe passare lì a trovarli con un 'altra bottiglia di vino, un pò di the e dei biscotti. A loro fa piacere.
"Noi stiamo qui pe voi! Che te credi che la casa me la danno a me che so straniero! Però io lo faccio perchè me lo dice la mia coscienza".
La figlia di Mimmo ha sei anni e parla tre lingue arabo spagnolo e italiano. Nessuno di loro è cittadino italiano ma se un domani ci saranno ancora dei diritti e delle energie fresche pronte a lottare in questa povera città sarà grazie a loro.
L'ultima cosa divertente me la mostra Mohamed un foglio prestampato e timbrato dal comune che li autorizza a stare su quel marciapiede fino al 21 dicembre.

Lunedi 21/12/09

Quando si entra nel palazzo dell'assessorato a via della vergine nella sala convegni la scena è delle più surreali. Da una parte ci sono 300 persone di cui molte donne con bambini piccoli e, davanti a loro, un'immensa tavola imbandita di panettoni, spumanti e leccornie di ogni genere.
Leggo un volantino affisso in bacheca nel corridoio che da agli uffici degli assessori, divisi secondo i diversi partiti: " 21 dicembre festa di auguri per un buon natale e un felice anno nuovo".
I più svegli tra gli impiegati provano a salvare qualche cestino natalizio ma la maggior parte di questi viene fatto prigioniero dagli occupanti che li consumano senza pietà.
Vengono occupati il terzo e il quarto piano dell'edificio. Gli agenti della digos appaiono come per magia e provano a far desistere gli occupanti dalle loro intenzioni " ma perchè rischiate cosi tanto!!! Qui state commettendo un reato! Interruzione del pubblico impiego!".
Detta così non si capisce la folgorante ironia di questa affermazione. Ma dopo poco si capisce e c'è da scompisciarsi dalle risate.
Tutto il giorno per via delle vergini è un via vai di stelle di Natale, pacchi, pacchetti e paccuzzi di regalo.
Le donne che sfilano nel piano del PDL sembrano uscite dal film "la morte ti fa bella", sono un variegato compensario di chirurgia estetica, nasi, zigomi, bocche rifatte, allargate, gonfiate, pelli stirate, capelli trapiantati, etc...
Quelli del PD rimangono rinchiusi nei loro uffici ma sono sicuro di aver sentito uscire da li dentro una canzone di Bob Marley e un vago odorino di ganja! Spilorci some sono non hanno offerto niente.
Solo alcuni della lista Rutelli ci offrono il caffè. Entro nel loro ufficio: tre impiegati, uno fa il caffè l'altro legge la gazzetta ma ha sulla scrivania una pila di giornali sportivi, il terzo fissa lo schermo nero del pc.
E sulle pareti, che ci crediate o no, ci sono bandiere e tappettini con il Ché in primo piano con ai suoi lati foto e poster Totti e Falcao.
Si va avanti tutto il giorno. Gli occupanti sono stremati da 20 giorni di picchetti, molti di loro stanno saltando preziosissime giornate di lavoro. Tutti sperano in una risoluzione rapida.
Solo alle 20 di sera quando io sono già uscito stremato per tornare a casa, che si sa che i picchetti andranno avanti ancora per molto.


Caposh

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